“Profeta della Sacra Famiglia. Fu un instancabile apostolo che estese in Spagna, in punti diversi d’Europa e d’America, l’amore che professò verso di loro. Diede impulso al tempio espiatorio della Sacra Famiglia di Barcellona, opera di Gaudi”.
Il “vangelo della famiglia” ebbe in lui il suo più insigne diffusore. Oggi continua illuminando coi suoi insegnamenti una società che ha bisogno di modelli illustri per camminare, e specialmente coloro che si sono impegnati con un progetto di vita in comune.
È possibile che essere nato nel seno da una famiglia numerosa e credente avesse influenza sul suo futuro segnandolo con un amore singolare alla Sacra Famiglia. Nacque il 7 gennaio 1833 a Tremp (Lleida, Spagna). Sua madre, artefice del suo amore per Maria, seguì la bella tradizione di consacrarlo alla Vergine sotto l’invocazione di Valldeflors, che si onorava nella località perché era la sua patrona. Sentendo la chiamata al sacerdozio ricevette formazione prima a Barbastro, e poi nei seminari di Lleida ed Urgell finanziandosi egli stesso gli studi col suo lavoro. Virtuoso uomo di orazione, devoto dell’Eucaristia, prudente e sensibile, con encomiabile spirito di servizio, dopo essere stato ordinato sacerdote il 9 aprile1859 fu di impagabile aiuto per il prelato di Urgell che l’ebbe al suo fianco per dodici anni. Fu il suo segretario personale, maggiordomo, vicesegretario di camera, segretario di visita pastorale e si occupò anche della biblioteca del seminario.
In quegli anni di esercizio pastorale nella Seu d’Urgell accrebbe la sua convinzione che la famiglia è il pilastro della società. Perché certamente i valori che si imparano in essa in larga misura condizionano il resto della vita; è chiave nell’educazione ed insegna il modo di affrontare le vicissitudini e contingenze che si vanno presentando. “I primi e principali educatori della tenera gioventù devono essere i propri genitori”. La paternità aveva per lui tale valore che non dubitava di qualificarla “come un sacerdozio”. E “la principale attenzione dei padri di famiglia è imparare e sapere governare la loro casa nel servizio di Dio” […]. “La casa e la famiglia fondate senza la benedizione di Dio non possono vivere in buona pace ed armonia cristiane”. Se il divenire di una casa è ancorato nel modello che offre la Sacra Famiglia i frutti non si fanno sperare. Josep fu cosciente che la società aveva bisogno di questo referente inequivocabile. “La Sacra Famiglia deve essere il modello di tutte le altre famiglie, se desiderano pace sulla terra ed aspirano all’eterna felicità”. Diceva anche che “il mondo è come una famiglia il cui Padre è Dio.”
Prese coscienza dell’importanza di tutelare in forma squisita l’educazione diretta ai bambini e ai giovani; sarebbe stato un semenzaio di grazie versati nella società attraverso di loro. Di modo che, con questo obiettivo evangelizzatore, mise in moto nel 1864 i Figli della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. E dieci anni più tardi fondò le Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di Nazareth. Intraprendendo la sua opera, pensava, soprattutto, a quel collettivo infantile e giovanile che non aveva risorse economiche: “I ricchi hanno scuole per educare i loro figli; facciamo scuole per educare ed istruire i figli degli operai”. Era convinto che “i genitori preferiscono di più lasciare il figlio saggio che ricco di beni temporali”.
In mezzo a conflitti politici, soffrì persecuzione e chiusura di uno dei suoi centri, ma continuò il suo lavoro senza arretrare. Per quattro decadi, segnate da intensa attività, guidò i suoi figli e figlie. Sotto la sua difesa e tutela si moltiplicarono scuole, collegi, officine e vie diverse di apostolato in distinti punti della Spagna che poi si estesero a parte dell’Europa ed America. Vedendolo lavorare con tanto impegno, pieno di fede e speranza, scrivendo testi diretti a diffondere la devozione per la Sacra Famiglia, era difficile indovinare che tutto ciò procedesse da un uomo di fragile salute che, inoltre, doveva fare fronte a numerosi contrattempi che uscivano al momento. Ma così era. Nel suo fianco aveva quello che egli normalmente denominava “le misericordie del Signore”, alcune piaghe aperte che è facile immaginare i patimenti durante gli ultimi 16 anni della sua vita.
Fu un esempio di fortezza e fedeltà. Si distinse anche per la sua predicazione. Mantenne viva fino alla fine l’urgenza di diffondere quello che Giovanni Paolo II denominò “vangelo della famiglia”, disseminato in numerose opere dirette ai suoi figli, agli scolari che si formavano nei centri diretti da loro ed alle famiglie. Tra le altre, fu autore di “La Scuola di Nazareth, Casa della Sacra Famiglia (di carattere autobiografico), Prezioso gioiello di famiglia e Lo spirito della Sacra Famiglia”. Diede impulso alla rivista Sacra Famiglia e alla costruzione del tempio espiatorio dedicato a lei a Barcellona, opera monumentale del geniale architetto e servo di Dio, Antoni Gaudí.
Vedendo la sua attività nel complesso, si apprezza l’affanno di Josep per portare a tutti l’amore per Gesù, Maria e Giuseppe mostrandoli al mondo come esempio da imitare. Ed il nome dei tre fu quello che germogliò delle sue labbra quando gli arrivò la suprema ora il 17 dicembre 1901. Coloro che lo circondavano lo sentirono dire per l’ultima volta quello che tante volte avevano sentito: “Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia”, giaculatoria che innumerevoli famiglie hanno insegnato a recitare ai loro figli da bambini affinché la pregassero poco prima di conciliare il sonno.
Giovanni Paolo II lo beatificò il 25 novembre 1984 ed egli stesso lo canonizzò il 16 maggio 2004.
© Isabel Orellana Vilches, 2018
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