“Ci vedremo presto ma, nel frattempo,
lavorate nell’unità e nella speranza”.
Queste furono le parole di Papa Francesco, prima del suo viaggio apostolico in Perù; come egli dice, è una terra incantata.
Quando la Conferenza Episcopale Peruviana annunció la visita di Papa Francesco in Perú, il nostro Paese si riempì di allegria e di sogni, ripensavamo ai ricordi della precedente visita (nel 1985) dell’oggi santo, Giovanni Paolo II, il quale ci visitò in una situazione di violenza sociale. Oggi, il panorama sociale ha un altro volto: quello di voler fortificare la fede, di una fame di Dio; quello del bisogno di consolazione e del riconoscimento e della difesa del più debole.
Il Santo Padre scelse di visitare le città di Lima, Puerto Maldonado (Madre di Dio) e Trujillo. Perché queste città? Voleva ricostruire la fede e la speranza nei cuori colpiti e feriti. Nell’anno 2017 la città di Trujillo e le città del nord del Paese, furono fortemente colpite da eventi naturali, il fenomeno del Niño costiero lasciò al suo passaggio case distrutte, dolore e disperazione; tuttavia, come foglia secca che è alzata dal vento, e con gli occhi rivolti a Dio Padre, hanno lottato, e continuano a lottare, per andare avanti. In questa terra giunse Papa Francesco, per dare forza alla speranza, e non permettere che niente e nessuno ce la rubi.
Visitò poi Puerto Maldonado, una città segnata dallo sfruttamento irrazionale della natura, dalla tratta delle persone e dall’oblio verso le popolazioni indigene; era la prima volta che un Papa visitava la città.
A Lima, la Famiglia Idente, e tutte le mnissionarie ed i missionari, non appena sapemmo della visita del Santo Padre, ci ponemmo anche noi in #modoPapa. Durante la sua visita stemmo insieme in vari incontri: in via Brasile, vicino a casa nostra, per dargli il benvenuto; nella Nunziatura apostolica in una veglia; nella Cattedrale per accompagnarlo nella venerazione delle reliquie dei santi peruviani, e nella Messa aperta a tutti nella base aerea “Las Palmas”. Eravamo accompagnati da giovani dell’Università di San Marco, da amici e familiari delle missionarie e dalla Famiglia Idente: eravamo tutti uniti e in orazione.
Le sue parole hanno aperto un cammino verso Dio nel nostro cuore. Come non sentire la voce dello Spirito Santo, con il suo dono di sapienza, nelle sue omelie che insistevano sull’urgente necessità di fare apostolato? Il Papa non cessava di sorridere: è un uomo di pace, quella pace che è frutto dell’amore, del dialogo e dell’armonia. Ci ha lasciati molti messaggi che ci invitano a cercare di vivere, in ogni momento, con speranza, senza dimenticare che siamo figli amati del Padre , e che Cristo ci aiuta a vivere questa filiazione.
Ora ci tocca cominciare a vivere tutto quello che abbiamo potuto condividere; è vero che siamo stati toccati da Dio e abbiamo potuto sentire, come dice il nostro Padre Fondatore, il “Bacio di Dio”; un Dio che ci viene incontro, che cammina con noi e ci pone in movimento per aiutarci mutuamente a non perdere la speranza.
Grazie Papa Francesco (Panchito, come lo chiamiamo qui), per la tua visita e le benedizioni per incoraggiarci a vivere in #UnitàSperanza, per la tua vita, per l’allegria che ci hai trasmesso; vogliamo che tu sappia, Santo Padre, che i Missionari e le Missionarie, e la Famiglia Idente del mondo intero, pregano ogni giorno per te.