Skip to main content

Prima comunione, fiore bianco nella pandemia.

Continuano le prime comunioni a San Matteo, la parrocchia portata avanti da una comunità di missionari Identes vicino l’Anagnina, quartiere alla periferia di Roma, che si sono tenute e si terranno per tutto il mese di ottobre.

Sono circa 150 i ragazzi che, a causa dell’emergenza covid-19, sono stati divisi in piccoli gruppi e numerose liturgie, 4 ogni fine-settimana.

Nonostante le misure precauzionali limitino le manifestazioni esterne di affetto fraterno, la purezza e la sacralità del momento vengono preservati. I bambini sono coscienti dell’importanza del momento e tutto si svolge con sobrietà e rispetto.

All’inizio della messa ogni comunicando offre una rosa bianca a Cristo insieme alla propria fede. I genitori partecipano nelle letture, nell’offertorio e nella preghiera dei fedeli, spesso con commozione. Alla fine leggono il brano di Gesù del Vangelo di Giovanni nel quale Egli affida i suoi discepoli all’amore di Dio e prega per loro. Il brano del Vangelo è modificato in forma di preghiera nella quale i genitori affidano i propri figli all’amore di Dio Padre. La cerimonia termina con la consegna dell’attestato e di un piccolo vangelo bianco da parte del parroco, Enrico Bayo, superiore della comunità di missionari Identes lì residente. Seguono le foto di rito, rigorosamente con le mascherine spesso molto eleganti di bimbi e adulti.

Se gli abbracci e i festeggiamenti umani non sono possibili in questi giorni, ancora più forte si percepisce ogni giorno la bellezza e l’importanza dell’abbraccio con cui Dio Padre, Cristo e lo Spirito Santo accoglie ognuno dei ragazzi, che, come dice P. Enrico, “invita e riceve ciascuno di loro in un rapporto di speciale intimità con Lui”, intimità che, se curata, li accompagnerà per tutta la loro vita rendendoli santi, e perciò felici.

Sempre meraviglioso è il modo in cui i ragazzi, apparentemente distratti nel nostro mondo un po’ disordinato, sanno assaporare e approfittare di questo primo incontro con Cristo, cogliendo con semplicità il vero senso nascosto nel sacramento dell’Eucarestia… come una bambina che, rispondendo ad una domanda durante l’omelia, ha detto con molta immediatezza che il pane quotidiano che chiediamo nella preghiera del Padre Nostro è il corpo di Dio. Con l’augurio che questa intima unione amorosa continui per tutta la loro vita, non ci resta che ripetere insieme ai loro genitori le parole di Gesù: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome… perché siano una cosa sola, come noi” (Gv 17,11)