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Giovani italiani scoprono insieme un nuovo modo di esprimersi 

Soltanto quando ci si sente liberi di essere sé stessi, senza paura di venir giudicati né derisi, si fa vera esperienza di comunione; e la libertà è una delle cose che più ci fanno somigliare a Dio.

Un gruppo di ragazzi tra i 17 e i 30 anni, provenienti da Genova, Torino e Varese, si è incontrato nel convento di Santa Maria degli Angeli, a Busseto, per mettersi in gioco, e cercare di rispondere insieme alla domanda: “Perché la libertà di espressione è una conquista?”. L’incontro, che è stato un’occasione per rafforzare il legame degli uni con gli altri, ha avuto luogo tra l’11 e il 13 marzo.

Durante i tre giorni, i ragazzi hanno fatto esperienza di quella libertà piena che li ha portati a non farsi vincolare o limitare dalle preoccupazioni, ma a lanciarsi, a condividere la propria “voce”, e a unirla a quella degli altri. “Dar voce a me stessa e agli altri, ha permesso di dar vita a un dialogo comune che ci ha portato a creare qualcosa di grande; a qualcosa che può durare. La mia sola presenza, insieme a quella degli altri, ha creato un ambiente più ampio con molti orizzonti”, diceva una delle partecipanti.

L’occasione che li ha aggregati è stata la sessione nazionale del nord Italia del Parlamento Universale della Gioventù (WYP), un foro permanente di dialogo in cui ciascun ragazzo che vi prende parte, ha la possibilità di unire la propria voce a quella di altri giovani come lui, che hanno a cuore il restauro dell’umanità a partire dalla propria vita. Attraverso un compromesso personale che parte da una riflessione e da una ricerca di strumenti pratici, si arriva a formulare un impegno concreto che possa essere vissuto da tutti, prima di tutto da sé stessi. Nell’edizione corrente, il tema scelto è quello della comunicazione e della libertà di espressione.