Ti sei mai chiesto cosa vuole vedere Dio nel tuo cuore?
Sai che tuo Padre ti ama alla follia?
Sai che c’è qualcuno che ti aspetta e non ha mai smesso di ricordarsi di te?
«State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento» (Mc 13,33).
Lo scorso fine settimana si sono svolti i Motus Christi italiani sia dei giovani che degli adulti, la sesta lezione sul codice orazionale di Fernando Rielo. Di seguito una raccolta delle riflessioni di entrambi i motus:
Cristo ci chiede di pregare e vigilare (Mt 26,41). Lo facciamo davvero? Chi di noi vuole seguire e servire Cristo? Che gioia sarebbe essere coscienti che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci guardano, ci amano, 24 ore su 24!
Il Padre vuole trovare nel nostro cuore una «tenda», quella tenda la mette Lui, per riempirla del suo amore, ma noi la riempiamo di egoismo e di superbia. Dobbiamo essere attenti e vigilanti per non perderci il momento in cui il Padre viene a visitarci, Lui ci fa visita ogni giorno e non può trovare le lampade della preghiera spente. L’olio è la preghiera, che tiene accesa quella fiamma.
Spesso non leggiamo il vangelo, non andiamo alla fonte, ma a volte ci rivolgiamo a santi o teologi, leggendo commenti di commenti, alla fine il nostro cuore si raffredda. Se leggiamo il Vangelo è Cristo stesso che ci parla dell’amore. Cosa ci chiede Cristo? Che andiamo da Lui quando siamo stanchi e affaticati. Stanchi delle nostre angosce, ansie e paure, delle nostre tentazioni, delle nostre responsabilità e della nostra solitudine. Soprattutto abbiamo il peso dei nostri peccati. Andiamo da Cristo nella preghiera, e riposeremo in Lui, Cristo ci promette riposo. Il primo passo per seguire Cristo è ammettere umilmente che ne abbiamo bisogno. La preghiera è la strada, che ci porta al cuore del Padre. Ciò che ci separa invece sono orgoglio e autosufficienza.
Gesù, in tutto il vangelo, non avverte su cose future, ma ci vuol mettere dentro il presente. Essere presenti, essere svegli! Potremmo perderci la bellezza dell’incontro con lui in ogni momento e in ogni circostanza. Lui sveglia tutto il mio essere per entrare e accorgermi del presente. Ora, la nostra attenzione non si attiva da sola: è un suo dono, è lui che prega, è lui che diventa attenzione e centro ed io mi unisco a lui e andandogli dietro. Come si attiva questa attenzione?
Riflettendo sul Vangelo, la sua parola, macinandola, sminuzzandola attentamente. La prima cosa da fare è stare attenti a Cristo. Lui sì che sta attentissimo a me, a smuovere cose nel mio cuore, se sto con lui, in silenzio così come sono e con quello che ho fatto e non ho fatto, oggi, con il mio modo di amare e non amare. Cristo mi permette di non fuggire, di non disperdermi. Mi tiene d’occhio ma perché gli interesso, sta attento a me.
Non per fare due conti, ma l’amore è così, è una cosa seria: esige, alza il livello. L’amore con Cristo corrisponde al momento presente, a questo momento, qui ed ora? Non domani. Se c’è questo richiamo dal vangelo, di essere attento, affettuoso, vigile, è solo perché c’è una relazione seria intima. L’attenzione accende l’attesa. Perché c’è qualcosa di importante che deve compiersi in noi.