Il Motus Christi cambia veste. Nei consueti appuntamenti online destinati all’ approfondimento spirituale si inizia un nuovo percorso dedicato al passo del Vangelo forse più conosciuto di sempre, le beatitudini.
Cristo ci promette che saremo beati, felici, gioiosi a partire da ora, non più avanti o poco a poco, ma nella misura in cui impariamo ad amare. Vivere le beatitudini è come immergersi nella piscina di Siloé (Gv cap.9), significa vivere la pace, crescere nell’ unità, sperimentare la consolazione e ricevere la forza di sopportare ogni tipo di sacrificio.
Nella prima beatitudine “Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli” dobbiamo chiederci: che cosa significa essere poveri davanti a Dio? Chi è il povero secondo il Vangelo?
La povertà non si riferisce alla mancanza di cibo, di vestiti, di beni; Cristo non benedice la mancanza di ciò che è indispensabile per la vita e neanche ci insegna che questa mancanza è un dono, ma la povertà di spirito punta verso un’altra direzione.
Cristo ci parla di un altro tipo di distacco, quello dai pesanti fardelli dell’invidia, dell’egoismo, della menzogna, dell’ipocrisia, che schiacciano le persone e le rendono schiave del rancore, della rabbia e della violenza. Essere poveri in spirito si riferisce più all’intimo della nostra coscienza, che all’esterno. Il nostro cuore è pieno di cose vecchie che non ci servono a nulla, ma che cercano di occupare uno spazio ontologico nel nostro spirito, spazio che i realtà non gli corrisponde. Dobbiamo imparare a lasciar andare tutto questo attraverso la purificazione operata dallo Spirito Santo, con la preghiera, l’Eucarestia e la parola di Dio.
Il Motus Christi vuole quindi essere un momento per imparare a conoscersi, a capire la direzione da dare ai nostri passi e soprattutto ad amare secondo il Vangelo, l’unico in grado di riflettere la reale immagine di noi stessi.