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Santo

Santa Maria Francesca di Gesu’ (Anna Maria Rubatto), 6 agosto

By 5 Agosto, 2024No Comments

“Italiana, prima beatificata dell’Uruguay. E’ fondatrice della Congregazione delle Sorelle Terziarie Cappuccine di Loano. Estese la sua opera a favore dei malati, dei bambini e dei giovani abbandonati in Uruguay, Argentina e Brasile”

Oggi, giorno della Trasfigurazione del Signore, la Chiesa celebra la vita di Anna Maria. Era nata nella località di Carmagnola (Torino, Italia) il 14 febbraio 1844. Quasi tutta la sua vita la trascorse nel suo paese, ma la morte la sorprese a Montevideo.

Anna Maria aveva sette fratelli; alcuni morirono nell’infanzia. Ebbero la grazia di nascere e crescere nella casa di una famiglia cristiana. Ella imparò ad amare Dio con la testimonianza dei suoi genitori, ed in particolare di sua madre poiché perse il padre all’età di 4 anni. Quindici anni più tardi morì anche la mamma. Allora lasciò Carmagnola e si trasferì a Torino. Benché non avesse fatto gli studi, possedeva un’intelligenza naturale che nascose quella carenza formativa. Prova di ciò fu la riuscita missione che svolse come dama di compagnia della nobile piemontese Marianna Scoffone, e la gestione dei suoi beni patrimoniali dal 1864 al 1882.

Avrebbe avuto la possibilità di contrarre matrimonio se avesse voluto. Di fatto, un cittadino di Carmagnola di alta posizione l’aveva richiesta, ma invano aspettò una risposta durante vari anni perché Anna Maria respinse quella opzione; sentiva la chiamata di Dio. A Torino svolgeva insieme i suoi compiti ordinari e la formazione di bambini come catechista e soccorreva i malati, specialmente quelli che si trovavano nel Cottolengo abbandonati alla loro sorte. La sua relazione con l’Oratorio di Don Bosco accentuò, ancora di più se possibile, la sua inclinazione a darsi a Dio e al prossimo.

Nella stagione estiva del 1883, trovandosi a Loano, accadde un fatto significativo che avrebbe segnato la sua vita. Fu testimone di un incidente sul lavoro che soffrì un muratore; una funesta caduta lo ferì alla testa. Ella lo soccorse, lo curò, e gli diede lo stipendio che gli avrebbero corrisposto per due giorni di lavoro allo scopo che potesse ristabilirsi a casa sua. La Provvidenza volle che l’edificio nella cui costruzione lavorava l’operaio fosse destinato ad una comunità composta da donne, benché mancasse la persona appropriata per dirigerla. Questa iniziativa apostolica era sostenuta da un cappuccino, padre Angelico di Sestri Ponente che, conoscendo Anna Maria, pensò che lei fosse la persona idonea ad assumere tale responsabilità. La beata abbandonò le attività che stava svolgendo a Torino, e si stabilì a Loano.

Nel gennaio 1885, con l’appoggio del cappuccino, insieme a cinque giovani, fondò la Congregazione delle Sorelle Terziarie Cappuccine di Loano col fine di assistere i malati con particolare predilezione per i bambini ed i giovani abbandonati. Prese il nome di Maria Francesca di Gesù ed intraprese un lavoro missionario senza sosta. Il prelato della diocesi la designò superiora. Nel 1888 l’Istituto si era esteso già ad altri punti dell’Italia. Nel 1897 viaggiò in America Latina insieme a quattro religiose. Fondò a Montevideo, Buenos Aires e Rosario. A Montevideo conobbe persone che l’aiutarono generosamente. Con le risorse che le fornirono si stabilì nel quartiere Belvedere e pensando al benessere e alla formazione delle donne, eresse una scuola ed un’officina di cucito che avrebbe permesso loro di guadagnarsi da vivere. Ugualmente, con quello che ottenne da una grande benefattrice, costruì una casa con cappella per la comunità che mise sotto la protezione della Santissima Trinità e di Sant’Antonio compiendo la richiesta della benefattrice. La cappella è l’attuale santuario che porta il nome della beata.

Nel 1899 viaggiò al Marañón, al nordest del Brasile, ma un anno e mezzo dopo soffrì la tragedia di conoscere il martirio di sei delle sue figlie, fatto doloroso che come madre e fondatrice non avrebbe mai più dimenticato. In una delle sue lettere aveva detto: “Sacrificatevi per amore del Signore, siate grano fecondo sulla terra”. Esse lo fecero spargendo il loro sangue per Cristo. Anna Maria le seguì tutte coi suoi costanti viaggi; aprì 18 case. Nelle lettere che dirigeva loro manifestava la sua esperienza mistica. Le incoraggiava dicendo: “Dopo una dura prova, il tuo Dio ti aspetta con una felicità molto maggiore”. “Guarda davanti a te… non ti spaventare nelle difficoltà, chiedi aiuto e mantieniti docile verso coloro che possono guidarti. Guarda la Vergine, chiedile che ti illumini e ti aiuti”. “Cara mia! Sì, te lo ripeto: sii buona e prega molto. Gli idoli di questo mondo non meritano il tuo cuore”. “La vita è breve e, se non diamo ora il nostro cuore a Dio, quando glielo daremo? Offriglielo e digli che lo trasformi”. “Se operi con la mente concentrata sul tuo Dio e sul lavoro, non ti tratterrai in tante piccolezze; avrai la coscienza serena ed il cuore allegro”. “Se fai tutto amando, niente ti sarà troppo pesante. Se con allegria prendi la tua croce, ti sentirai felice, non sentirai il suo peso e non la caricherai sugli altri”. “non lasciare passare un giorno senza avere un incontro forte con Dio nell’orazione; da Lui riceverai il coraggio di amare sinceramente e generosamente, altrimenti ti soffocherebbe l’egoismo”, ecc. Indubbiamente, erano riflessioni passate per l’orazione, concepite per aiutare ognuna secondo la sua particolarità.

Nel 1904 si trovava a Montevideo in una delle visite apostoliche che realizzava verso le sue fondazioni. Era lì già da un anno, benché la previsione iniziale per il suo soggiorno fosse stata di alcune settimane. Fu il luogo dove consegnò la sua anima a Dio il 6 agosto di quell’anno a causa di un cancro. Con la sua vita compì quello che aveva espresso in una lettera: “Care figlie procuriamo fare un po’ di bene, preghiamo molto, sopportiamo con pazienza le difficoltà della vita presente, per poter un giorno raggiungere in cielo le nostre care martiri”. Il suo corpo fu seppellito nel cimitero di La Teja, dove sviluppava la sua missione, dando risposta al desiderio che lasciò nel suo testamento: “Il mio corpo sia seppellito in mezzo ai miei cari poveri”.  Giovanni Paolo II elevandola agli altari il 10 ottobre 1993 ricordò che era la prima beatificata dell’Uruguay  .

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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