Vangelo secondo San Matteo 25,1-13:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
»A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
»Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Che cos’è essere Responsabili
Luis CASASUS Presidente delle Missionarie e dei Missionari Identes
Roma, 12 novembre 2023 | XXXII Domenica del Tempo Ordinario
Sapienza 6, 12-16; 1Tessalonicesi 4, 13-18; Matteo 25, 1-13
1.L’olio che mi manca
Avevano affidato a un giardiniere la cura di un meraviglioso ed immenso giardino di fiori. Un giorno, un visitatore gli domandò quando avesse visto per l’ultima volta il proprietario. Il giardiniere risponde: Sono molti anni che lavoro qui, ma non l’ho mai incontrato; semplicemente mi invia lo stipendio. L’uomo, attonito, gli dice: In che modo immacolato curi il suo giardino! È come se ti aspettassi di vederlo domani! Il giardiniere risponde: Oggi, signore; oggi.
Possiamo pensare che la parabola delle dieci vergini si riferisca “semplicemente” all’ultimo momento della nostra vita o all’arrivo definitivo di Cristo, ma oltre a questo, notiamo che Gesù comincia la parabola presentandola come un’immagine del regno dei cieli, il che suggerisce che dovremmo meditare come applicarla subito, in ogni momento, se abbiamo capito le sue parole: Il regno di Dio è in mezzo a voi ( Lc 17, 21).
Dunque, ci viene proposto di distinguere quale sia la differenza essenziale tra le vergini stolte e quelle sagge. Ricordiamo che tutte e dieci, caddero addormentate, la qual cosa non si suggerisce come una mancanza morale, perché anche le vergini chiamate sagge ebbero sonno e si “addormentarono”. Questo rappresenta una conseguenza dei nostri limiti: la nostra energia è poca e dobbiamo riposare.
Le vergini o damigelle d’onore che partecipavano alla cerimonia venivano scelte con molto anticipo e dovevano prepararsi con abbigliamenti adeguati, una pettinatura accurata, profumi e lampade d’olio per accompagnare lo sposo fin dove la sposa l’aspettava. Era un vero privilegio. I due gruppi di vergini erano simili in tutto, eccetto nell’ aver portato o no l’olio di riserva. Un piccolo dettaglio? Sicuramente. Ma decisivo per partecipare o no al regno dei cieli.
Un gruppo di vergini viene chiamato “prudenti” o “sagge” perché sono capaci di distinguere quello che è importante, TUTTO quello che è importante, anche se secondo la logica del mondo possa sembrare che non lo sia.
Abbiamo esperienza che un cattivo gesto, un disprezzo, un atto imprudente per il quale possiamo chiedere perdono e pentirci, può rovinare per sempre quello che la nostra vita significa per gli altri. Ricordo un adolescente che non rivolgeva mai la parola ad una determinata insegnante. Non c’era in lui traccia di odio o risentimento, ma era rimasta impressa nella sua mente la scena di questa professoressa mentre insultava il suo migliore amico e questo gli produceva una paura e una diffidenza che lo separava da questa maestra.
Allora qual è il dettaglio, l’olio che mi sono dimenticato? E’ questa orazione che deve accompagnare ogni parola ed ogni azione del giorno, un’orazione senza parole, in forma di intimo sguardo rivolto al cielo che significa: Lo faccio per te.
Se prima di muovere un dito, entrare in sala operatoria o salutare una persona questo non l’ho fatto, Cristo dovrà dirmi come alle vergini stolte: In verità ti dico che non ti conosco.
Immaginate quello che le cinque vergini negligenti avrebbero potuto rispondere a questa frase? Oso dire che avrebbero potuto rispondere così: Il problema è che le nostre cinque compagne non hanno condiviso il loro olio con noi! Qualcosa di simile a quello che Adamo rispose a Yahveh quando fu interrogato per avere mangiato il frutto proibito: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato» (Gen. 3, 12). in questo caso, non molto delicatamente, Adamo vuole perfino far sentire in colpa Dio “per avergli dato una compagna poco adeguata”.
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2. La parola chiave è responsabilità. Uno dei messaggi centrali della parabola si trova nella risposta, apparentemente poco gentile, delle vergini sagge, che non potevano farsi responsabili dell’imprudenza e negligenza delle loro compagne. Non è necessario realizzare un grande sforzo per vedere, quando e come, tu ed io siamo stati e siamo irresponsabili. Questo non è lo stesso che essere poco attivo o pigro.
Essere responsabile significa piuttosto essere cosciente che TUTTO quello che faccio avrà conseguenze sugli altri…e su me stesso. Il tempo perso, la mancanza di previsione nei preparativi, la mancanza di riflessione prima di parlare, la presa di decisioni senza guardare le persone che inevitabilmente saranno in disaccordo o si vedranno danneggiate, o non ascoltate.
Quando parliamo di “responsabilità” non ci limitiamo al saggio consiglio che i genitori danno ai figli quando, essendo sbadati, rompono un oggetto o non fanno i loro compiti scolastici. Forse non ci siamo resi conto che l’essere responsabile significa rispondere davanti a qualcuno che, nel caso di chi si sa figlio di Dio, non è per paura o semplice obbligo, bensì per essere coscienti che Qualcuno aspetta una risposta da parte nostra. Lo sposo della parabola si aspettava che le dieci vergini lo accompagnassero con le loro lampade accese per presentarsi davanti alla sposa.
Quando questa responsabilità raggiunge il grado di trasformarsi in un’abitudine, si trasforma nella semplice orazione che prima menzionavamo: Lo faccio per te. Allora, come dice la Prima Lettura, col linguaggio tipico dell’Antico Testamento: La Sapienza si avvicinerà ben disposta per le strade e si presenterà alla nostra attenzione in ogni pensiero. È una personificazione del dono di sapienza, la risposta dello Spirito Santo a coloro che decidono di essere responsabili; Egli, con ogni sicurezza, risponderà di sì. Oggi, il Libro della Sapienza spiega, con immagini sorprendenti, come il dono della Sapienza è una presenza dello Spirito Santo molto chiara e decisa che si presenta alla nostra “attenzione” e ci fa sentire vivamente la sua azione in noi.
Al contrario, se commetto un’azione in modo irresponsabile, sto rinunciando ad agire secondo i principi, i valori e le virtù che presumibilmente considero più alti e più belli. La conseguenza allora è che perderò la libertà.
Questo è certo non solo per i credenti, si tratta di qualcosa impresso nella natura umana.
Sicuramente molti conoscono l’esperimento di Milgram, uno psicologo che 60 anni fa riunì un gruppo di suoi studenti ed annunciò loro che avrebbero partecipato a un esperimento. Si trattava di analizzare le reazioni di una persona che veniva sottoposta a scariche elettriche sempre più potenti, fino a produrgli forti convulsioni che venivano viste dagli studenti presenti, naturalmente per aiutarli a modificare la loro condotta. Tutto era una finzione: il presunto paziente era qualcuno che non riceveva nessuna scarica, ma sapeva quando gli studenti credevano di produrgli lo shock elettrico. La cosa interessante di questo singolare esperimento è che la maggioranza dei partecipanti, benché ovviamente non desiderassero fare male a nessuno, erano disposti ad elevare l’intensità degli scarichi fino a livelli enormi, secondo quanto il “direttore” dell’esperimento indicava loro, nonostante vedessero il paziente contorcersi dal dolore. In qualche modo, avevano rinunciato alla loro intenzione di fare il bene, e di usare la conoscenza per alleviare la malattia degli altri.
Così, inevitabilmente, perdiamo la nostra libertà, sottomettendola al mondo, agli istinti o alla fama.
Scivoliamo nell’irresponsabilità, in particolare a causa del Difetto Dominante che ha un effetto continuo su tutte le mie azioni se non ne sono cosciente, come succede nella parabola di oggi.
* Questo succede ogni volta che non prendo sul serio una chiara possibilità di fare il bene, che reputo insignificante e la etichetto in modo irriflessivo con la frase: “è lo stesso”. Per esempio, non aiutando in piccoli compiti domestici di pulizia, servire a tavola, riparare un oggetto, cambiare una lampadina… anche se non sono le missioni che mi hanno assegnato.
* Anche quando non guardo al futuro, per immaginare quali conseguenze avranno le mie azioni o le mie omissioni. È il caso delle vergini stolte che potevano essere giovinette abbastanza capricciose e poco abituate a preoccuparsi degli altri.
* E, infine, incolpando gli altri di qualcosa di cui in realtà sono io il responsabile. Questo può essere un aspetto del mio carattere che finisce per avere dimensioni insospettate.
C’è una storia nei Purana, testi dell’antica letteratura indiana, nella quale un re ritorna nella sua carrozza, vittorioso dopo una battaglia. Improvvisamente, appare un bambino che corre precipitoso, e muore finendo sotto le ruote della carrozza reale. Il re grida: -Auriga! Sei responsabile di questa tragedia, perché andavi troppo in fretta –. L’auriga risponde: –Oh re! TU sei il responsabile di questa morte, non io. Il merito della vittoria nel combattimento è andato a te e in ugual modo va il peccato e la colpa di questa morte-.
La lampada rappresenta la fede che illumina tutto quello che penso, dico e faccio. Ma non dimentichiamo che illumina anche in anticipo, un passo avanti a dove sto ora, affinché possa essere come le vergini prudenti che presero sul serio il loro semplice compito nel regno dei cieli. Normalmente si dice che la vita ha molte sorprese, di molti colori, ma dobbiamo imparare ad essere pronti per l’ inaspettato, quello che lo Spirito Santo decida di chiederci quando meno ce lo aspettiamo.
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Nei Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
Luis Casasus