“Fondatrice delle Concezioniste. Donna di grande bellezza e virtù, rimase tre giorni chiusa in una cassapanca di palazzo per un capriccio della regina. Fu liberata senza alcun danno, dopo la miracolosa apparizione dell’Immacolata alla quale consacrò la sua vita”.
Figlia di Ruy Gómez de Silva, capitano e conquistatore di Ceuta, e della nobile Isabel di Meneses, contessa di Portalegre, nacque intorno al 1424 in Campo Mayor, Alentejo, località portoghese della quale suo padre fu sindaco. Gli undici fratelli furono educati nella fede dai genitori che trasmisero loro la devozione per la Vergine Maria. I padri francescani li istruirono tutti. Due di essi, Giovanni e Amadeo, abbracciarono questo carisma. Amadeo, cinque anni minore di Beatrice, è l’artefice degli “amadeísti”, nuovo ramo riformato dei Fratelli Minori, e fu confessore del papa Sisto IV. L’infanzia della santa trascorse a Campo Mayor, luogo nel quale suo padre la fece posare per un pittore al quale richiese un quadro su Maria. Ella, piena di pudore, non osò aprire gli occhi, e l’immagine della tela riflette la sua modestia fedelmente captata dall’autore. La pittura, denominata “La Vergine dagli occhi chiusi”, si conserva in una chiesa di Campo Mayor.
Nell’agosto del 1447 la futura fondatrice assistette al matrimonio di Giovanni II di Castiglia ed Isabella del Portogallo che la scelse come dama di corte e con la quale era imparentata per essere figlia di suo cugino Alfonso V del Portogallo. Beatrice, di singolare bellezza, non passò inosservata. I giovani che pensarono di poterla sposare dovettero desistere dato che aveva già percepito la chiamata di Dio e a Lui si sarebbe votata. Era frequente vederla nel Reale Monastero di Santa Chiara prostrarsi a pregare davanti a Gesù Sacramentato. Tuttavia, le basse passioni correvano tra i corridoi di palazzo, ed il dispetto, l’invidia e la maldicenza non tardarono ad arrivare. Molti sapevano che era una donna integra, ma affilate lingue l’incolparono di avere segrete avventure amorose col re. Tanta grave accusa dovette provenire da un pretendente risentito che non riuscì a realizzare i suoi propositi.
La regina invece non dubitò dell’infedeltà di suo marito con la nobile Beatrice, e la gelosia la spinse ad ordire un piano diabolico per sbarazzarsi di quella che considerava la sua rivale. La condusse fino ad un recinto solitario dove aveva disposto una cassapanca e passandovi vicino la spinse dentro e lo chiuse a chiave. Senza perdere la pace in tanto asfissiante spazio, Beatrice si raccomandò alla Vergine che le apparve vestita di bianco e coperta con un manto azzurro. Le fece sapere che sarebbe stata la fondatrice di un nuovo Ordine sotto l’invocazione dell’Immacolata Concezione, e che le religiose avrebbero dovuto prendere per abito i colori che Ella vestiva. La giovane che amava immensamente Maria, accolse con gratitudine e speranza questo messaggio, consacrandole la sua verginità. Dopo averle promesso che sarebbe stata liberata dalla sua reclusione, la Madre del cielo sparì.
Compiuti tre giorni di questa infame reclusione, suo zio Giovanni Meneses, che sospettava della regina, ricorse al monarca per verificare la sorte di sua nipote. Pressata in un interrogatorio, Isabella rivelò il suo gravissimo atto; tutti avevano la convinzione che la ragazza sarebbe stata trovata morta. Ma quando Giovanni aprì la cassapanca, la gioia della rapita e la sua, davanti a questo atteso incontro, si trasformò in stupore per la regina ed i suoi accompagnatori. Rapidamente il prodigio fu conosciuto per tutta Tordesillas. Beatrice abbandonò il palazzo e si diresse a Toledo insieme a due damigelle. Lungo il cammino le apparvero due frati con abito francescano. Passata la prima impressione ascoltò il loro vaticinio nel quale predicevano un futuro pieno di benedizioni per lei e i suoi figli. La santa che non pensava sposarsi con nessuno, se non con Dio, confidò loro la sua determinazione di consacrarsi e i due personaggi confermarono la loro profezia. Più tardi capì che si trattava di Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, i santi della sua devozione.
Beatrice rimase nel monastero toledano di Santo Domingo el Real per trent’anni senza essere ancora religiosa, pregando e meditando sulle Sacre Scritture. I benefici che otteneva dal suo lavoro di filato e ricamato li ripartiva tra i poveri, come fece coi suoi beni. Per nascondere la sua bellezza agli occhi altrui, coprì il suo viso con un velo bianco dal quale non si staccava più, se non per parlare con rare persone. Tra queste c’era la regina che dopo la morte del re si era pentita e aveva supplicato il suo perdono. Poi la visitò in varie occasioni insieme ai suoi figli Alfonso e alla futura Isabella la Cattolica che diede il suo appoggio a Beatrice per la fondazione. La Vergine vegliava sul compimento della sua indicazione, e vestendo di nuovo l’abito bianco ed azzurro, apparve a Beatrice quando si trovava da sola nel coro, pregando. Nel 1484 la regina Isabella, devota dell’Immacolata, donò alla fondatrice alcune case situate nei palazzi reali di Galiana, a Toledo e l’annessa cappella di Santa Fe. In quei palazzi si stabilì Beatrice che allora aveva già 60 anni, insieme a dodici compagne, erigendo l’Ordine concezionista col fine di “servire Dio e Santa Maria nel mistero dalla sua Concezione”.
Secondo quanto stipulato, la fondazione doveva reggersi secondo una delle regole che esistevano nella Chiesa. Ma la fondatrice ottenne che, approvando la sua opera, Innocenzo VIII nel 1489, momento che conobbe per rivelazione attraverso san Raffaele, introducesse nella sua bolla “Inter Universa” la sua personale regola: il carisma mariano, un dono dello Spirito. L’arrivo della bolla al convento di Santa Fe fu avvolto in un miracolo. Dopo essere stata informata che si era persa in fondo del mare, essendo affondata l’imbarcazione che la trasportava, Beatrice, afflitta per il fatto, elevò suppliche a Dio e la ritrovò in un baule. Avvicinandosi la sua fine in questo mondo, dieci giorni prima di prendere l’abito, la Vergine le assicurò che l’avrebbe portata in cielo. La morte avvenne il 17 agosto 1492.
Nel 1924 Pio XI confermò il culto secolare che andava ricevendo. Paolo VI la canonizzò il 3 ottobre 1976.
© Isabel Orellana Vilches, 2018
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