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Santo

Beata María Ana Mogas Fontcuberta, 3 luglio

By 2 Luglio, 2024No Comments

“Amore e sacrificio, parola d’ordine di una vita eroica. Soffrì nel vedere scissa in due rami la sua fondazione che si appoggiò sui pilastri del carisma francescano. Sempre desiderò di possedere un cuore puro che fosse guidato da una retta intenzione”

Maria Ana condivide con altri membri della vita santa l’essere nata in una rispettabile famiglia, con mezzi economici ed appartenente ad una classe sociale elevata, il che significava poter contare su un orizzonte lusinghiero per tutto quello che avrebbe potuto desiderare. Ci sono però quelli che non sanno approfittare bene dei privilegi di un ambiente scelto che offre loro tante possibilità per la vita. Possono costituire un impedimento, e quanti si aggrappano a qualunque capriccio! Invece, per lei non lo fu in assoluto. Quando Cristo toccò il suo cuore, possedeva la maturità che le aveva dato la prematura perdita dei suoi genitori. La sofferenza l’accompagnò fin dai primi anni di vita.

Nacque a Corró del Vall-Granollers, Barcellona, Spagna, il 13 gennaio 1827. I suoi genitori erano credenti. Maria Ana ed i suoi tre fratelli ebbero da vicino l’esempio di come si materializza l’amore per Dio nei gesti di pietà che da loro impararono. Quando aveva 7 anni suo padre morì, e a 14 morì anche sua madre. Una sua zia e madrina che non aveva figli, la portò con sé a Barcellona. Fece tutto quello che era nelle sue possibilità affinché lo scenario della sua vita non soffrisse eccessiva alterazione. La curò e la viziò come una madre, preoccupandosi che ricevesse una buona educazione, aprendole le porte del privilegiato ambiente sociale del quale faceva parte. Allo stesso tempo, la beata, che si era integrata pienamente nelle attività parrocchiali a Santa Maria del Mar, a poco a poco accoglieva Cristo dentro di sé, guidata dal suo direttore spirituale, padre Gorgas.

Prodiga nella pietà con chi ne avesse bisogno, andò scoprendo che era chiamata ad una solida donazione che doveva oltrepassare la carità sociale. Cristo la voleva per sé. E a 21 anni conobbe due cappuccine che si trovavano fuori dal convento per ragioni politiche. Orientavano la loro faccenda insegnando ai bambini dirette da un altro cappuccino che si trovava nella stessa situazione, padre José Tous. Nell’aria c’era il progetto, ancora da realizzare, di mettere in moto un’opera di carattere docente, ed ella sembrò a tutti la persona indicata per fare parte della stessa. Monsignor Casadevall, prelato di Vic, accolse l’idea, e mise nelle sue mani la scuola di Ripoll, Girona. Maria Ana dovette superare diversi scogli fino a che padre Tous l’incoraggiò dicendole: “Vai, Maria Ana, ti chiamano per fondare”. Non la lasciò sola. Andò con lei a Ripoll, dove l’aspettavano le due religiose, nel giugno del 1850. E si incorporò piena di fede e fiducia, al compito già iniziato.

Quei primi momenti furono segnati dall’indifferenza e dalla palpabile contrarietà delle autorità locali. Si disinteressarono di esse, trasgredendo la responsabilità contratta, e ciò fece sì che tutte passassero attraverso certe difficoltà; non avevano mezzi neppure per mangiare e dovettero ricorrere all’elemosina. Maria Ana si aggrappava alla sua fede, supplicando: “Appoggiateci, Signore, e date sicurezza ai passi che ho cominciato a compiere nel cammino del vostro servizio, in modo tale che nessuna cosa di questo mondo sia capace di farmi tornare indietro” Il padre Tous ed il parroco di Ripoll videro conveniente che una di esse si mettesse a capo dell’attività interna ed esterna. Era il passaggio per andare consolidando formalmente quello che vivevano, dotandolo di uno spirito fraterno. Maria Ana fu scelta per guidare la comunità, benché avesse notizia di ciò solo al momento di professare; tanta maturità, capacità e virtù avevano visto nella beata per mettere sulle sue spalle quel carico, pur essendo ancora una novizia. La Vergine illuminava la nascente fondazione di chiara impronta francescana.

Nel 1853 Maria Ana ottenne il titolo di magistero richiesto per dirigere la scuola, e per un certo tempo diresse la stessa, mietendo grandi frutti apostolici. Fino a che la misteriosa Provvidenza la condusse alla località madrilena di Ciempozuelos, d’accordo col padre Tous, per farsi carico di un lavoro sostenuto dal vescovo dimissionario, monsignor Serra e da una persona membro della nobiltà. Si trattava di aiutare donne che erano cadute nelle reti dalla prostituzione. Arrivò insieme a cinque religiose nel 1865. Ma ella sentiva che si stava allontanando dal cammino, che quello non era il carisma col quale era nata la fondazione; inoltre, il resto delle religiose erano rimaste lontano. La difficoltà di veder chiaro sulla decisione da prendere, quale potesse essere la volontà divina …, sentimenti, tra gli altri, che esponeva a padre Tous, le causavano gran afflizione.

Davanti alla possibilità di assumere la direzione di una nuova scuola, scelse questa via, lo comunicò al direttore spirituale ed uscirono da Ciempozuelos; fu consigliata da san Antonio María Claret. Ma già si erano divisi dalle religiose che erano rimaste in Ripoll rispetto a quelle di Madrid, il che aggiunse maggiore dose di sofferenza alla fondatrice. Ella che normalmente chiedeva con insistenza: “Datemi, Dio mio, un cuore puro, accompagnato da retta intenzione”, Lottò con forza per evitare la rottura, ma non poté evitarlo. Dal tronco comune nacquero due rami: a Barcellona, le Francescane Cappuccine della Divina Pastora, e a Madrid, le Francescane della Divina Pastora, senza condividere le costituzioni datate 1872 con l’approvazione dei rispettivi ordinari del posto.

Questo fatto suppose per Maria Ana un prima ed un dopo nella sua vita; rimase perfino colpita la sua salute. Nel 1878 soffrì un attacco di apoplessia. E continuò ad incarnare il suo motto: “Amore e sacrificio”, perdonando, trattando tutti con squisita carità, unita al Sacro Cuore di Gesù ed a Maria, fatta oblazione, in religioso silenzio. Nel 1884 umilmente scriveva: “Chiedo loro per amore di nostro Signor Gesù Cristo che mi dicano in che cosa le ho offese: io sono pronta a mettermi in cammino per prostrarmi ai piedi di tutte… “. L’eccelso lascito che lasciò alle sue figlie fu: “Amatevi come io vi ho amate, e soffritevi come io vi ho sofferto. Carità, carità vera. Amore e sacrificio”. Morì a Madrid il 3 Luglio 1886.

 

Giovanni Paolo II la beatificò il 6 ottobre 1996.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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