Bisogna fare una differenza tra la tentazione, che ci assale e perturba, e la prova che ha a che vedere con la lamentela, come in Giobbe o Geremia. Dio vuole che maturiamo tra le prove della vita. La preghiera e il digiuno ci aprono gli occhi sulle terribili tentazioni che Cristo ha smascherato nel Vangelo di Matteo, 4,11. Sono tentazioni diaboliche capaci di falsificare la religione.
La prima è una strumentalizzazione della religione: “Se sei figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. Chi cede a questa tentazione di trasformare qualcosa a proprio beneficio, è come un lupo con veste di agnello.
La seconda è un’altra strumentalizzazione della religione per ottenere un potere sugli altri, in nome di Dio. Questa tentazione racchiude una falsa pietà e chiede di essere molto attenti alle parole di Cristo. Bisogna vigilare, perciò bisogna pregare, fare silenzio, essere molto uniti a Cristo.
E la terza tentazione è veramente satanica. E’ convertire la religione in uno spettacolo, con un comportamento arrogante e prepotente. E’ una forma di auto-soddisfazione attraverso la manipolazione di ciò che è sacro, compresa la pietà: Purtroppo è una tentazione frequente nella storia della Chiesa.
La tentazione è l’anticamera del peccato, non è propriamente peccato, ma siamo sulla soglia. E a volte diventa difficile allontanarci dalla tentazione se non siamo persone di orazione, persone generose, persone semplici.. Il diavolo approfitta delle nostre passioni, approfitta dei difetti che ci dominano. Il diavolo imprigiona il nostro cuore quando cadiamo in un egoismo esagerato e, rabbiosamente, individualista. Con l’aiuto dell’orazione, dell’Eucaristia e della Parola di Dio, con fede e speranza in Cristo,e aiutati dalla sua grazia, possiamo smascherare il maligno che a volte si presenta come angelo di luce.
San Paolo ci dice:”Non restituite a nessuno male per male, cercate il bene non solo davanti a Dio ma anche davanti agli uomini”(Rom 11,17). Più avanti ci dice:” Non lasciarti vincere dal male, ma piuttosto vinci il male con il bene” (Rom 11,21). Seguendo le orme di Cristo, e confidando nella sua grazia, potremo comportarci come i pacifici, i portatori di pace, quelli che creano una leggera pioggia per cui per dove passano, cresce tutto il bene. Pertanto se siamo veramente pacifici saremo autentici figli di nostro Padre Celeste per grazia.