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PUG

Costruttori di pace: Giovani di tutto il mondo riflettono sulla realtà della pace nelle nostre relazioni interpersonali

By 13 Febbraio, 2019Febbraio 16th, 2019No Comments

La pace è frutto di un lavoro in comune. Se è così, occorre che impariamo a dialogare e a prendere decisioni insieme.

Questo è l’obiettivo che si prefiggono giovani di molti paesi per l’edizione del PUG 2018-2019: “Pace in costruzione. Prendere decisioni insieme per una nuova civilizzazione”.

Dal 2015 il PUG si sta dedicando alle “relazioni interpersonali”. L’edizione 2015-2017 è stata sul fulcro delle relazioni umane: il perdono. Il biennio 2018-2019 tocca un altro punto decisivo: come prendere decisioni insieme. Famiglia, lavoro, scuola, università, gruppo di amici, associazioni, ecc.: tutte le nostre reti di relazione stanno o cadono a seconda di come ci perdoniamo e decidiamo insieme. Questi due sono i più grandi indicatori di civiltà.

Non c’è civiltà senza pace. Non è uno slogan, né una frase scontata. Vale la pena rifletterci bene, mentre ci muoviamo negli ambienti della nostra quotidianità. Come afferma Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (219)

La pace «non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini». In definitiva, una pace che non sorga come frutto dello sviluppo integrale di tutti, non avrà nemmeno futuro e sarà sempre seme di nuovi conflitti e di varie forme di violenza.

Tra settembre ed ottobre sono sorti i primi gruppi di dialogo e di lavoro del PUG.

Come costruire insieme la pace? Lo abbiamo chiesto agli stessi WYPers. I giovani che stanno avviando questo progetto come. Il primo passo, come in ogni opera di costruzione, è analizzare la realtà, come fosse il terreno su cui costruire, e cercare di scoprire che cosa manca. Ecco cosa ci raccontano da varie città del mondo:

– A Berlino, in Germania, fin dai primi dialoghi ed incontri che abbiamo avuto, una cosa ci risulta chiara: “la pace non si può capire se non partendo dalla relazione”.

A Roma, dove ci riuniamo nel Centro Internazionale dei Giovani, San Lorenzo, fondato da San Giovanni Paolo II, prima di parlare e di riflettere sulla pace, abbiamo voluto analizzare il nostro modo di aprirci agli altri, perché senza questa conoscenza non possiamo rispondere alle altre domande, così come ha detto Papa Francesco, 13 giugno 2018:

“La strada di quel che manca passa per quel che c’è. Gesù non è venuto per abolire la Legge o i Profeti ma per dare compimento. Dobbiamo partire dalla realtà per fare il salto in “quel che manca”. Dobbiamo scrutare l’ordinario per aprirci allo straordinario.

– In Spagna, sono sorti gruppi di lavoro e di riflessione nelle università di Madrid, Salamanca e Barcellona. Qui i giovani hanno iniziato a confrontarsi specialmente con Etty Hillesum.

– In India, si sono avviati incontri di formazione a Mangalore, Bangalore e Kochin.

– In Colombia e Bolivia, i primi incontri sono stati dedicati alle figure di due straordinarie costruttrici di pace: Madeleine Delbrel ed Etty Hillesum che hanno ispirato una delle prime conclusioni di questi gruppi:

“è necessario lavorare per la pace cominciando dal nostro vivere quotidiano, sacrificando, quando necessario, quel che dettano i nostri desideri più egoistici. Solamente con l’amore potremo rompere le barriere del nostro individualismo”.

 

– In ECUADOR, I GRUPPI di lavoro si realizzano in varie università del Paese, come Loja, Quito, Santo Domingo, Ibarra.

– In Perù, stiamo discutendo sulla costruzione della pace anche attraverso un laboratorio di creazione di poesie.

Con il lavoro di questi primi mesi, il PUG tratta di fare realtà uno dei sogni di San Oscar Romero:

Che si trasmetta ai bambini e ai giovani la capacità di analizzare la realtà del proprio paese. Che li si prepari per essere agenti di trasformazione, invece che alienarli con montagne di libri e di tecniche che non consentono loro di aver contatto con la realtà. Ci sono molti tecnici, molti saggi, molti professionisti competenti nella loro scienza e professione, ma che sono come angeli, disincarnati dalla realtà in cui operano”.

 

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