Vangelo secondo San Marco 1,21-28:
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Il labirinto del diavolo e il cammino di Cristo
Luis CASASUS Presidente delle Missionarie e dei Missionari Identes
Roma, 28 gennaio 2024 | IV Domenica del Tempo Ordinario
Deuteronomio 18, 15-20; 1Corinzi 7, 32-35; Marco 1, 21-28
Le genti semplici di Cafarnao, quando Cristo parlava nella sinagoga, non erano ammirate per la sua eloquenza o per la sua erudizione, che, naturalmente, non potevano interessare troppo i pescatori e le genti non istruite di quel villaggio vicino al lago. Quello che oggi ci vuole dire il Vangelo è qualcosa di differente.
Solitamente si afferma che le nostre parole devono essere in armonia coi nostri atti. Ovviamente deve essere così, in caso contrario si tratta di una corruzione che possiamo chiamare ipocrisia, slealtà o menzogna. Ma nel caso di Gesù, c’è qualcosa di più della coerenza e qualcosa di più di quello che oggi chiamiamo linguaggio non verbale. Quando parlo di un film che ho visto e mi è veramente piaciuto, non solo ne faccio un riassunto, ma condivido anche le mie emozioni, le scene che mi hanno commosso, i ricordi che quella storia mi ha riportato, perfino i cambiamenti che ha prodotto nella mia vita. La parola autentica si unisce alla vita.
Benché non sia un esempio “spirituale”, ricordo che, quando ero un adolescente, dopo aver visto il film Sorrisi e Lacrime (intitolata La novizia ribelle in Sud-America), mi piacque tanto la colonna sonora che imparai con l’armonica quasi tutte le canzoni… e ancora oggi mi sveglio, a volte, col suono, nella mia testa, di qualcuna di quelle melodie, composte da Richard Rogers.
Quello che Cristo diceva parlava della sua vita e la sua vita parlava di Dio. Quando diciamo che Gesù è la Parola fatta carne, non è una frase vuota, bensì letteralmente esatta. Come prova contundente di ciò, la Provvidenza permise che, dopo la sua omelia, riuscisse a curare l’uomo tormentato da uno spirito maligno.
Questo è significativo. L’episodio c’insegna non solo che Cristo ha potere sugli spiriti maligni, ma anche che il diavolo non può rimanere silenzioso, si fa presente quando qualcosa di importante sta per succedere nella nostra vita spirituale. Attraverso le convulsioni del povero posseduto cercò di distrarre l’attenzione di coloro che ascoltavano, e per questo, Cristo, semplicemente, lo obbligò a stare in silenzio, poiché l’intenzione del diavolo è attirare la nostra attenzione, provocando la distrazione, è l’arma più sottile del Maligno.
Chiedendo scusa agli esperti e a coloro che discutono sul diavolo, o semplicemente a coloro che neppure considerano la possibilità di quella figura che giudicano una creazione letteraria, mi sembra che la domanda più adeguata non sia Esiste il diavolo? bensì piuttosto Hai percepito la personalità di chi cerca di rubarti la libertà?
Quando Louis Pasteur (1822-1895) presentò le sue scoperte, molte persone – sia tra gli incolti come tra gli studiosi – si rifiutarono di ammettere l’esistenza dei microbi, mentre ora la Microbiologia è la disciplina che permette di capire e combattere molte malattie. L’attività del diavolo permette di comprendere perfettamente come ci lasciamo portare verso strade insospettate e veramente anti-umane.
Se ci rendiamo conto che l’azione del diavolo si caratterizza per cercare continuamente la separazione tra noi e tra l’uomo e Dio, saremo in condizioni di non cadere nelle sue trappole.
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Prima ricordavamo che il diavolo agisce in modo particolarmente intenso quando qualcosa di importante sta per succedere nella nostra vita spirituale. Così è avvenuto nel caso di Giuda Iscariota che, come ricordava Papa Francesco (8 apr 2020), sicuramente fu un ragazzo normale, che aveva ideali, e per questo motivo accettò la chiamata a seguire Gesù. Ma, siccome amava il denaro (Gv12, 6), cominciò a commettere piccole frodi che lo portarono a poco a poco, niente di meno, che a vendere il Maestro per 30 monete. Possiamo pensare che decise perfino di aiutare qualche persona per conto suo, senza consultarsi con nessuno, sicuro della sua generosità, ma anche col desiderio di meritare l’affetto e la gratitudine. Che sarebbe stato di lui se avesse perseverato? Non lo sapremo mai, ma è chiaro che il diavolo trionfò utilizzando il suo modo tipico di agire: condurci per una strada apparentemente inoffensiva, perfino gradevole, fino a che ci rendiamo conto che è un labirinto dal quale non riusciamo più a uscire. Così è successo a Giuda; quando comprese la portata del suo tradimento era già troppo tardi.
Così fece con Adamo ed Eva, utilizzando la stessa strategia, avvalendosi di un invito apparentemente innocente e semplice, un frutto. Perfino con lo stesso Cristo, volle seguire quella tattica, quando lo tentò nel deserto. In questo caso, usò tutta la sua intelligenza per proporre a Gesù la strada più facile, più comoda: trasformare le pietre in pane per poter proseguire la sua missione con forza; dare un segno di potere, per convincere e convertire così tutti coloro che lo avessero visto; infine, conquistare immediatamente il mondo, con l’aiuto del Maligno, ma sottomettendosi a lui.
Con l’uomo posseduto che oggi Cristo cura nella sinagoga, il diavolo era già riuscito a privarlo della sua libertà, sicuramente utilizzando una malattia mentale di quella persona, e servendosi di lui per seminare l’inquietudine in coloro che lo vedevano.
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A prima vista, la Seconda Lettura sembra estranea a tutto quello che la lettura del Vangelo ci presenta oggi. Tuttavia, è un’intelligente richiamo di San Paolo a non lasciarci distrarre da realtà che possono essere tanto belle come la convivenza tra una donna e un uomo che si amano. Sebbene il matrimonio sia qualcosa di buono e necessario, San Paolo parla della possibilità che perfino quell’istituzione naturale e spirituale si possa trasformare in uno strumento di divisione, di allontanamento dagli argomenti del Signore.
Tutto può essere manipolato dal diavolo, perfino la grazia che riceviamo, se non siamo disposti ad utilizzarla. Come disse un autore, la cosa migliore della nostra vita somiglia ad un buon filetto di carne; se lo mangiamo, è qualcosa di molto ricostituente, ma se lo conserviamo in un cassetto, marcisce e si trasforma in qualcosa di immondo.
Non manca nell’arte l’evocazione all’uso del più bello per fini egoistici, perfino crudeli.
Il poeta greco Omero (secolo VIII a C), nella sua famosa opera epica chiamata Odissea, racconta il viaggio di Ulisse, re di Itaca che, terminata la guerra di Troia, ritorna navigando a casa sua ed è avvertito da una dea del pericolo di navigare vicino all’isolotto delle Sirene, che incantano tutti gli uomini che ad esse si avvicinino. Gli ricordò che chiunque ascolterà la loro voce sarà colpito dalla pazzia e morirà soffocato nelle acque che circondano l’isola. Ma Ulisse si fece legare all’albero ed ordinò che i suoi uomini remassero rapidamente e non facessero caso ai suoi ordini di avvicinarsi all’isola, e così fu il primo ad ascoltare la voce delle sirene, a non obbedire al loro invito di avvicinarsi, riuscendo così a non morire in quelle acque.
Allo stesso modo, nella Prima Lettura, Jahvè consiglia severamente di non ascoltare coloro che parlano in nome di altri dei, a non lasciarsi portare da altre voci, il che suggerisce che questa tendenza a mettere il nostro cuore e le nostre emozioni nelle cose (moralmente buone o cattive) del mondo e della carne, è qualcosa di permanente. Immediatamente, il diavolo approfitta di questo atteggiamento per rinforzarla, potenziarla e così fare in modo che il regno dei cieli sia una dimensione differente da quella dove viviamo. Il mondo è pieno di persone che non sono né perfide, né depravate, però schiave di idoli come le idee, le abitudini o le attività.
Noi non ci riferiamo ora a “dottrine perverse”, ma liberare un essere umano da quella schiavitù richiede l’essere un altro Cristo. I religiosi, i genitori e gli educatori cattolici abitualmente dicono di essere delusi. Si lamentano perché le loro esortazioni ispirate al Vangelo sembrano cadere in un sacco vuoto o avere un impatto molto debole. Se la nostra parola non cambia i cuori e le menti, se non fa germogliare un mondo nuovo, allora non è parola di Dio, ma di persone. È facile sbagliarsi: una persona predica su sé stesso e le proprie convinzioni, credendo di proclamare il Vangelo. Le buone esortazioni, gli avvertimenti dettati dal buonsenso, la sapienza di questo mondo, spesso si mostrano utili, ma non hanno mai fatto miracoli. Gli scribi e i predicatori che parlarono prima di Cristo non riuscirono a redimere l’indemoniato e forse non si resero neppure conto della sua presenza e del suo dolore.
Al contrario, la Parola di Dio ha fatto parlare il muto, guarire il piede allo zoppo, dare da mangiare all’affamato, dare libertà ai prigionieri ed allegria agli afflitti nel loro cuore. Ha convertito il peccatore in discepolo, l’esattore di imposte disonesto in apostolo, il capo degli esattori in figlio di Abramo e un bandito nel primo degli invitati al banchetto celestiale.
La Parabola della Zizzania, seminata dal diavolo in mezzo al buon seme, è un importante insegnamento dello stesso Cristo su come agisce il re della menzogna. Non elimina il grano, ma pretende di occupare il suo posto. Non ci distrugge, ma ci schiavizza, normalmente in modo attraente e soggiogante, senza mostrarsi aggressivo, come le sirene delle quali parla Omero. La mediocrità della nostra vita rappresenta una vittoria silenziosa del diavolo. È presente e sembra che non succeda nulla di cattivo nelle nostre vite, come succedeva all’indemoniato che stava silenzioso e tranquillo in un angolo della sinagoga… fino a che Cristo non fece udire la sua voce.
Le forze diaboliche sono impulsi di odio, di ripiegatura egoista, di commettere ingiustizie e violenza, di avidità del mondo, di volontà di dominio…
Sono demoni che prendono il controllo e vogliono essere lasciati in pace. Comandano, parlano, esigono azione e, quando non causano danni importanti, desiderano che i loro ospiti li lascino in pace. A loro non importa la condizione inumana di coloro che vengono dominati. Per questo motivo è da persone ingenue non credere nella realtà del diavolo; egli agisce quasi sempre in silenzio e gli episodi di passioni esaltate e sfruttate da lui sono frequenti in noi… ma ancora di più il riuscire a mantenerci sonnecchiando all’entrata, fuori dal suo labirinto di mediocrità.
Quello giorno, perfino prima che Gesù parlasse nella sinagoga di Cafarnao, lo spirito immondo si sentì espulso ed obbligato ad uscire alla luce. Era la santità di Gesù a risultare insostenibile per lo spirito immondo. Il cristiano, che vive in grazia, è tempio dello Spirito Santo, porta in sé qualcosa di questa santità di Cristo, ed è precisamente questa ad operare, negli ambienti in cui vive, un esorcismo silenzioso ed efficace che ci libera e permette che si realizzi in noi il desiderio di Mosè espresso nella Prima Lettura: che ognuno di noi si faccia profeta, cioè, sicuro della volontà di Dio e desideroso di trasmetterla.
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Nei Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
Luis Casasus Presidente